Vitamina D3: l'elisir di lunga vita
18 novembre 2020
Si tratta di una sostanza essenziale per il nostro organismo sotto numerosi punti di vista.
La vitamina D3 è un potente ANTINFIAMMATORIO, previene l’insorgenza di numerosi TUMORI, rafforza il SISTEMA IMMUNITARIO, previene disturbi CARDIOVASCOLARI, mantiene sani e forti OSSA, CARTILAGINI e DENTI, è un potente ANTIDEPRESSIVO, lavora in PREVENZIONE nei confronti di svariate patologie, BATTERICHE O VIRALI (come l’influenza!). E non solo...
Va detto che un buon dosaggio ematico dovrebbe aggirarsi almeno tra i 50 e gli 80 ng/ml, parametro facilmente verificabile con un semplice esame del sangue. Nel caso si abbia a che fare con patologie importanti, come cancro, malattie autoimmuni, cardiopatie, patologie infiammatorie intestinali, celiachia, osteoporosi, obesità, diabete, distiroidismi, depressione, allora il range ottimale si alza ulteriormente, tra 80 e 100 ng/ml.
Studi recenti hanno dimostrato che l’80% della popolazione italiana è in deficit di vitamina D, chi in modo più lieve, chi in modo importante. Questo per via del fatto che NON CI ESPONIAMO AL SOLE A SUFFICIENZA, trascorrendo troppo tempo al chiuso.
La fotosintesi cutanea di questa preziosa sostanza avviene esclusivamente esponendosi MEZZ’ORA AL GIORNO con l’80% della pelle esposta al sole (in costume!). Man mano che appare l’abbronzatura, sarà necessario esporsi per più tempo al sole per produrne la stessa quantità. Attenzione, però, che il sole abbia la giusta inclinazione: quello del tramonto estivo o delle giornate autunnali non stimola la nostra pelle a dovere.
Se non ci è possibile stare all’aria aperta, allora non possiamo fare a meno dell’INTEGRAZIONE alimentare di vitamina D.
La si può trovare in buone quantità nel burro ghee (burro chiarificato), in quantità minori nel salmone selvaggio, nello sgombro pescato, nel tuorlo dell’uovo e nelle frattaglie. Tuttavia, gli alimenti ne contengono un dosaggio insufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero, per questo esporsi al sole ed assumere integratori sono le uniche soluzioni possibili.
L’integrazione, secondo numerose ricerche scientifiche, viaggia tra le 2000 e le 5000 Unità Internazionali (U.I.) al giorno, secondo il proprio valore ematico: più il valore è basso (sotto i 30 ng/ml) più il dosaggio giornaliero dovrà alzarsi, ovviamente. Molti esperti tuttavia consigliano l’assunzione di dosaggi anche più elevati, come 10.000 UI, soprattutto in presenza di un elevato stato infiammatorio organico. In questo caso, si consiglia sempre l’integrazione concomitante di vitamina K2 (attenzione: D e K vanno assunte in diversi momenti della giornata).
Ormai non ci sono più scuse: abbiamo capito che tenere monitorati i nostri livelli di 25(OH)D (questo è il valore da testare nelle analisi) e puntare a mantenerli elevati è di fondamentale importanza per la nostra salute e la prevenzione primaria!
Elena Costa